LETTERE A CORTINA
domenica 2 settembre 2007
TIRIAMO LE SOMME- Alla fine...

Egr.dott.Cisnetto,
siamo arrivati alla fine di questa lunga e, per lei e signora Jole, faticosa
estate cortinese.
Desidero ringraziarla ancora per la possibilità che mi ha dato di
partecipare ad eventi che, senza i posti riservati, non avrei potuto vedere,
vista la ressa - prevista- che certi incontri suscitano tra i villeggianti.
A tale proposito mi permetto di sottoporle alcuni suggerimenti che, presumo
e spero, lei gradisca.
1- Ingresso gratuito- Certamente favorisce l'affollamento, ma, visti i pochi
posti disponibili e le lodevoli proposte benefiche di raccolta fondi,
proporrei l'ingresso a pagamento a partire da tre euro, fino a dieci euro
per le serate più importanti. Si otterrebbe così il duplice risultato di
"scremare" di molto gli ingressi e di avere una consistente raccolta di
fondi. (quante persone sgattaiolavano via senza lasciare neanche un euro?)
2- Partecipazione del pubblico ai dibattiti- Noto, anche quest'anno, lo
scarso coinvolgimento del pubblico per mancanza di tempo. Sarebbe opportuno
fissare dei tempi ben precisi per l'esposizione dei temi del giorno da
parte dei relatori, in modo da lasciare maggiore spazio alle domande del
pubblico che, tranne qualche raro caso, mi sembrano molto pertinenti ed
interessanti.
3- Qualche politico in meno e qualche Artista in più.

Auguro a lei e sua Moglie i migliori successi per il vostro lavoro ed
impegno.
Cordialmente,
Ermanno Rossetto

Caro Signor Rossetto,
è stato un piacere accoglierla al PalaLexus ed un piacere leggere la sua mail così piena di complimenti. Quanto ai suggerimenti, ecco le mie risposte in dettaglio:
1) nessuno sponsor accetterà mai di finanziarci se dovessimo far pagare l’ingresso, anche se fosse solo un prezzo simbolico, perché lo scopo fondamentale della sponsorizzazione – nostra unica fonte di sostegno – è proprio quello di poter dire al pubblico “io ti offro....”. E, d’altra parte, le 65 mila persone che hanno affollato i nostri eventi avrebbero dovuto oltre 30 euro a testa per poterci mettere in condizione di far a meno degli sponsor, ammesso e non concesso che facendo pagare quella sarebbe rimasta l’affluenza.
2) capisco il suo desiderio, ma scontra con quattro problemi: a) spesso i relatori non vogliono il contatto diretto con il pubblico e io non li posso obbligare; b) non possiamo contingentare il tempo a personaggi importanti, che arrivano a Cortina dopo molte nostre insistenze; c) se c’è un conduttore bravo, perché impedirgli di fare una domanda in più, sarà più attrezzato lui del pubblico a fare domande; d) microfono aperto significa non poter distinguere la persona preparata ed educata dal cafone ignorante, e avendo la diretta tv non sempre possiamo permetterci di rischiare.
3) rispetto agli anni scorsi siamo andati in quella direzione. Ma non bisogna dimenticare che la manifestazione nasce come evento politico-culturale, che la Politica (non a caso ho usato la maiuscola) è la cosa che più determina nel bene e nel male la nostra vita, e che i politici richiamano l’attenzione dei media, per noi fondamentali per il successo complessivo della manifestazione.
In conclusione, creda che dietro “Cortina InConTra” non c’è solo una mastodontica macchina organizzativa, ma anche una strategia e una filosofia, e che tutto è studiato e ponderato. Altrimenti non si spiegherebbe il successo che abbiamo avuto. Lo sa che a parte i 65 mila venuti al PalaLexus, siamo stati visti da 9 milioni di persone sul canale 872 di Sky?
Cordiali saluti
Enrico Cisnetto
sabato 1 settembre 2007
TIRIAMO LE SOMME - Tanti complimenti e una proposta...

Carissimo dott.Cisnetto,
come ogni anno io e mio marito in agosto andiamo a Cortina perchè appassionati di escursioni. Nonostante veleggiamo intorno ai cinquant'anni ci ostiniamo ad arrampicarci tra sentieri e ghiaioni, e con piacere, come anche gli anni passati, abbiamo assistito a parecchi degli interessantissimi incontri che si sono svolti al Palalexus di Cortina. Stimolanti, coinvolgenti, sempre attualissimi, per i quali scendere di corsa dal Nuvolao per arrivare in tempo è valsa veramente la pena! Come ogni anno, a settembre, tornando a Roma, mio marito al suo lavoro di ingegnere ed io a quello di scrittrice, ci poniamo la medesima domanda:"Perchè il dottor Cisnetto e sua moglie non organizzano qualcosa di simile anche a Roma nei mesi invernali?" Ovviamente non petendiamo la cadenza quotidiana, ma un "Roma InConTra" settimanale sarebbe estremamente apprezzato non solo da noi! Sappiamo con questa proposta di caricare sulle sue spalle un ulteriore, notevole fardello, ma l'atmosfera così informale e allo stesso tempo qualificata degli incontri ampezzani è qualcosa di così prezioso e raro nel panorama dei cosiddetti "incontri culturali" che siamo sicuri riscuoterebbero un ampio successo.

Ringraziandola comunque per averci accompagnato sui perigliosi sentieri dell'attualità in questa estate così storicamente complessa inviamo a lei e a sua moglie cordialissimi saluti sperando che vorrà regalarci qualche ora interessante anche nelle piovose giornate invernali. (Del resto i fedeli del Palalexus alla pioggia sono abituati!).


Donatella Romani e Roberto Amato


Carissimi,
prima di tutto un grazie di cuore per le parole di apprezzamento che avete voluto spendere per noi. Abbiamo appena terminato di scrivere una lettera al Direttore dell’Unità per lamentarci di un vergognoso attacco che sul suo giornale ci ha rivolto Marco Travaglio, e non vi nascondiamo che la vostra mail è servita a lenire l’arrabbiatura. Quanto alla proposta, dobbiamo confessarvi che non è la prima volta, e quest’anno in particolare, che ci giungono sollecitazioni del genere. Vedete, Roma è una città in cui ogni giorno ci sono decine di appuntamenti politico-culturali e durante l’anno è invasa da rassegne di ogni tipo. Certo, la qualità lascia spesso a desiderare, ma non è facile conquistare attenzione. Detto questo, la vostra sollecitazione ci indurrà a fare una riflessione che ci eravamo già ripromessi di fare (non appena ci saremo ripresi dalla fatica ampezzana). Ve ne faremo senz’altro sapere l’esito.
Per ora ancora grazie, e cordiali saluti
Enrico e Iole Cisnetto
giovedì 23 agosto 2007
DIBATTITO SULLA CINA
Carissimo Cisnetto

In questo periodo estivo, alla televisione solo film già visti. Molto meglio seguire i dibattiti di Cortina InConTra come ieri sera. Io li seguo sul computer.
Bombassesi si è risentito quando lei gli ha fatto notare che noi taroccavamo molto prima dei cinesi. Sor Enricooo.... !!! Cosa mi combina ... lei va a mettere il dito nelle piaghe dei santi ! Si è sempre saputo , ad esempio , che nel tessile abbiamo taroccato i tessuti inglesi dalla fine della guerra almeno fino a 1975 ed i nomi che oggi sarebbero la crema dei tessutari lanieri italiani, filettavano in seta le cimosse parlate scrivendo " Made in England ".
Sul resto del dibattito, (etichettature, tracciabilità, eccellenza, etica, ed estetica), sempre per quanto riguarda il tessile modaiolo, gli scarpari ect., meglio lasciar perdere. Se oggi mancasse la Cina, noi non si potrebbe comperare un abito di marchetta in pura lana a 200 euro e lor signori, visti i nostri costi interni, avrebbero già chiuso da un bel pezzo . Altro problemino per stoppare questa cagnara, provino ad andare in sede europea e dire alla distribuzione tedesca, inglese e francese di stoppare gli acquisti di tessile cinese, e così ci divertiremo a vedere voi giornalisti intervistare solo uomini con stampelle.
Per quanto riguarda tutta la manfrina che sta nascendo sulla questione che molti prodotti tessili cinesi creino delle allergie, cominciamo a dire che moltissimi prodotti europei, anche se entro le norme, creano le stesse allergie. Sempre parlare con prove alla mano e non per sentito dire in quanto la nostra stessa sanità pubblica consiglia di andarci piano onde evitare di fare figure da perecottari. Sulla questione allergenica abbiamo persone che sono intolleranti al pelo del gatto, del cane, delle fibre acriliche, a quelle di poliestere, alla lana, al cashmere, a determinate terne di coloranti chimici, alle tinture per i capelli, alle polveri, ai pollini ed a tutta una serie di erbe come l'ortica, la calendula, ect. Io per esempio sono allergico alla pianta dei cretini sia questa di vecchia semina che di giovane piantumazione.
In Cina gli impianti tessili sono verticalizzati ( filatura, tessitura, finissaggio e confezione dell'abito ). Anche lì, come dappertutto, ci sono quelli che lavorano bene e quelli improvvisati. Il problema è il controllo. Se mandi giù un tuo quality-man avrai un 100% di prodotto conforme allo standard, se non mandi giù nessuno perchè vuoi risparmiare, devi sapere in partenza che avrai un rischio sulla qualità. Se poi metti sul mercato interno il non conforme, non è un problema cinese, sei tu che fai il furbo! Stessa cosa che capitava qui nel 1960 e capita ancora oggi. Tutto il mondo è paese! Quindi è un problema di controllo qualitativo a monte e a valle.
Ma il dramma è un'altro. Lei lo ha sottolineato più volte e in più di una occasione. L'industria italiana stenta a rinnovarsi ed è ancora troppo labour mentre deve dirigersi su prodotti innovativi facendo un salto culturale verso nuove tecnologie avanzate e metodi organizzativi molto più raffinati di quelli attuali. Alla verticalizzazione dei cinesi manca, per essere completa, la vendita tramite loro punti vendita. In Germania stanno iniziando le prime manovre già stoppate dalla Merkel, ma ci arriveranno ugualmente in quanto è loro intenzione sostituirsi al Giappone e noi non potremo fare un fico secco per impedirlo.
Dal dibattito mi è parso De Michelis ad avere una visione avanzata, ma forse mi sbaglio!

Cordialmente

Giorgio Florio



Visto giusto: io e Gianni De Michelis siamo in piena sintonia
EC
giovedì 9 agosto 2007
INCONTRO LUTTAZZI-DALLARA

Egr. Dott. Cisnetto,
la ringraziamo molto della bella serata che ci ha offerto, comodamente seduti, e complimenti anche a sua moglie Jole per la felice scelta dei protagonisti (musicisti di grande valore) e per l'impeccabile organizzazione.

Rimarrà tra i nostri più bei ricordi di questa estate cortinese.

Graziella ed Ermanno

Grazie a voi di essere venuti, spero abbiate modo di tornare, ogni giorno ci sono appuntamenti altrettanto validi.
EC
sabato 28 luglio 2007
POLITICI: UN GIORNO DA PENDOLARE

Buongiorno Enrico,

per la nuova edizione di "Cortina InConTra" ho una proposta da farti,
semplice ma che a mio parere può avere un suo effetto: tutti gli ospiti
"politici" per venire a Cortina dovrebbero parcheggiare l'auto blu a Padova
Est e qui mettersi alla guida fino a Cortina passando per il primo casello
di Venezia, il pezzo di tangenziale fino allo svincolo e poi salire per
Belluno; e finito l'incontro fare il percorso in senso inverso, senza auto
blu (e relative sirene) a fare da apripista. L'ideale, poi, sarebbe farli
partire da Padova alle 7.30 del mattino.
Forse non cambierà nulla e resteremo la Repubblica delle Banane, almeno per
un giorno però questa "casta" potrà provare l'ebbrezza che tutti i giorni
provano i pendolari del Nord-Est.
In bocca al lupo

Cesare Santelia
giovedì 26 luglio 2007
INDECISI A TUTTO - Federalismo e infrastrutture. Continua la chiaccherata "epistolare"

Buon Giorno Signor Cisnetto,
La ringrazio innanzi tutto per la sua risposta e per il tempo che ha dedicato ad essa.
Mi perdoni poi per la lunghezza del messaggio, ma è raro trovare interlocutori pazienti.
Non conosco l'Ing. Bucci al quale fa riferimento e non sono al corrente delle comunicazioni tra voi intercorse, non abbia quindi paura di ripetersi.

Lei obbietta: ma così la serata dedicata al tema delle infrastrutture è sbilanciata.
Sì, è vero, e nessuno fa niente per nasconderlo.

Bene, questo le fa onore, un raro esempio di onestà intellettuale. Troppa gente spaccia per pluralismo quelle che in realtà sono idee di parte.

E siccome io su questa questione dell'intreccio tra la struttura federalista del nostro impianto  istituzionale (che io chiamo localismo esasperato), che produce solo diritti di veto, e mancata  realizzazione di infrastrutture (tutte, da quelle energetiche a quelle relative al movimento, fino a quelle immateriali) c'è un nesso inscindibile, se permette desiderio che nella mia manifestazione si parla secondo il mio orientamento del tema.

Mi permetto di obiettare.
Non vedo nessi tra il federalismo (o almeno il concetto di federalismo portato avanti da alcune correnti politiche) ed il "localismo esasperato".
Mi corregga se sbaglio, ma il federalismo, è una strategia politica orientata al decentramento politico e fiscale, nella quale i veti incrociati derivano dalla diversa appartenenza politica ai diversi livelli istituzionali, ad es. goversno di centro-sx contro regione di centro-dx, si tratta dunque di un problema prettamente politico.

Il localismo esasperato lo vedo invece come un movimento più o meno popolare avverso a decisioni di carattere locale ma di provenienze centrale. E' indipendente dalle correnti politiche o dal federalismo.
I "movimenti del NO", credo rientrino in quest'ultima categoria.

>Lei non è d'accordo con il mio orientamento? Liberissimo, ma non può pretendere che io
debba dare voce a lei o a chi la pensa come lei.

Date le premesse che lei ha chiaramente esposto, direi che il convegno non è impostato ad un confronto tra sponde diverse, è una regola del gioco, e va accettata.

E le altre? Chi le ascolta le altre? Quando ci sono le manifestazioni No qualcosa, quei signori vanno forse a cercare il contraddittorio? Alle manifestazioni No Tav o ai sit-in campani contro i termovalorizzatori (che procurano a tutti l'indicibile danno della spazzatura per le strade e/o il costo pazzesco del trasporto della monnezza in Germania) c'è forse qualcuno che può prendere la parola per dirsi contrario?

Quello che trovo a mancare a livello generale sul confronto SI-NO è che le due parti sono "sorde" alle argomentazione degli altri.
Ai convegni, manifestazioni e comitati "per il NO" partecipano esclusivamente persone orientate al NO, e viceversa.
E' una situazione senza uscita, dove i due schieramenti continuano a "parlarsi addosso", ripetendosi le stesse cose che vanno sempre più verso la demagogia e senza un minimo sforzo di comprensione o di ricerca della mediazione.
Senza un confronto informato e dai toni civili, questa situazione non è destinata a migliorare, e da quello che mi scrive, vedo che anche lei e gli organi che rappresenta tendono a mantenersi su questa linea improduttiva.

Non le rimane, magari insieme all'ingegner Bucci, che organizzare voi degli appuntamenti, politicamente e culturalmente sotto diverso segno. Capisco che sia una provocazione, ma mi lasci dire che anche la sua lo è quando pretende che io debba per forza dar voce a tutte le idee.

Condivido e accetto la provocazione. Ma con un distinguo, ribadisco l'inutilità degli appuntamenti di parte, che sono già anche troppi. La vera provocazione è "dar voce a tutte le idee".

Perchè qualcuno non si preoccupa di organizzare un VERO confronto?
Lei che è del mestiere, mi sa dire dov'è la difficoltà?

Dunque, se lei è a Cortina quel giorno può fare due cose: venire al PalaLexus e, al momento dello spazio per il pubblico, chiedere la parola – che le sarà data senza chiederle prima cosa intenda dire – oppure starsene a casa, magari se proprio vuole convincendo con le sue argomentazioni qualche altra persona a fare come lei. Le sembra poco?

La ringrazio moltissimo per l'invito, vivo e lavoro a Catania e recarsi a Cortina in tempo di vacanze estive è un incubo logistico ... sono un viaggiatore abituale per motivi di lavoro, ha presente come funzionano aeroporti e linee aeree in questi giorni?
Da settimane il ritardo medio di un volo CT-RM va da una alle due ore.
Mi permetta la facile ironia, maaaa ... se solo avessimo delle infrastrutture di livello occidentale!
Prima di pensare a ponti e a supertunnel, impariamo a far viaggiare i treni e a consegnare i bagagli.
Partiamo dai fondamentali: per iscriversi a Wimbledon, bisogna dimostrare di cavarsela almeno al torneo di tennis dell'oratorio.
La demagogia PRO-TAV dice che "senza TAV siamo fuori dall'Europa"?
Rispondo:

a) Per certe cose India e Cina sono più avanti di noi (un po' provocatoria
ma serve a sottolinerare il punto)

b) Paesi come Francia, Spagna, Germania, Scandinavia sono sì, evoluti
ma sono un'altra cosa, e non è perchè hanno la TAV

Ma perchè? Mi dia una sola motivazione perchè uno che la pensa in un modo non debba, se ne ha la credibilità – e mi dispiace per chi dissente da me, ma evidentemente io questa cosa che si chiama credibilità ce l'ho – dar voce alle sue tesi. Io questa opportunità me la sono sudata, caro signore, in anni di lavoro e di impegno politico e civile, mica me la regala qualcuno per la mia bella faccia.

La credibilità la si conquista anche rispettando ed ascoltando le idee degli altri.
A tal proposito, cito spesso le seguenti due massime:

Voltaire: "Posso anche pensarla diversamente da te, ma combatterò fino alla morte perchè tu possa esprimere le tue idee"

Che Guevara: "Tu la pensi diversamente da me, allora sei un idiota, un danno per la collettività e vai eliminato".

Secondo lei, chi dei due è più "credibile"?
E poi, sia obiettivo: ogni volta che un gruppetto, anche di poche persone, manifesta in qualche modo – a volte anche violento, a volte senza rispettare i diritti altrui, per esempio quando si blocca una strada o, peggio, una linea ferroviaria fondamentale – pagine di giornale e servizi tv si sprecano. Eppure quelle sono posizioni assunte da decine, al massimo da centinaia di persone.

Premetto che sono contrario alle manifestazioni di carattere violento e distruttivo, sono però dell'idea che chiunque possa manifestare pacificamente le sue opinioni e che chiunque (anche le minoranze) hanno diritto di protestare contro scelte che reputano ingiuste.

Mi trova quindi daccordo sul fatto che queste manifestazioni non devono in alcun modo creare danno alle comunità o ai servizi pubblici.

Esiste però un altro problema: come la mettiamo con quei pochi che grazie alle loro posizioni privilegiate si trovano nella possibilità, ed hanno i mezzi e la volontà di arrecare danni alla comunità per i loro interessi di parte? Come può una popolazione civile reagire a queste prevaricazioni?

Cambiando il governo alle prossime elezioni? Mi permetta di essere scettico su questa possibilità. I movimenti del NO cercano di opporsi a questa consuetudine, si può criticare a volte il metodo, ma non le intenzioni.

Suvvia, lei avrà certamente ragioni ragionevoli e tecniche per iscriversi al partito del No (lo si capisce dal contenuto della sua gentile mail), ma non può disconoscere che finora questo movimento ha assunto caratteristiche di tutt'altra natura.

Sono simpatizzante con alcune componeti del partito del NO, infatti, come le scrissi nel mio precedente messaggio, ogni sottomovimento ha le sue motivazioni ed i suoi obiettivi; si possono quindi fare dei distinguo:

Sono favorevole ai NO-TAV, ai NO-PONTE, ai NO-BASE per una serie di motivazioni che sarei felicissimo di illustrarle, ma non voglio abusare della sua pazienza. In sintesi mi limito a dire che ad es. TAV e PONTE hanno costi spropositati e che non affrontano i veri problemi infrastrutturali ed industriali del paese.

Ideologicamente non sono un "verde", lavoro da vent'anni a livello internazionale nel settore produttivo e dell'alta tecnologia, e so di cosa sto parlando.

D'altra parte sono contrario a chi si oppone al riciclaggio dei rifiuti, alla termovalorizzazione ed alla rigassificazione: un po' perchè chredo che siano dei problemi macroscopici che vanno comunque indirizzati, un po' perchè non sono al corrente dei possibili intrallazzi che ci stanno dietro e quindi, a priori, sarei favorevole alle opere.

Non mi ha però risposto su come risponderebbero i comitati cortinesi di fronte ad una ipotetica proposta di costruire un megainceneritore o un tunnel transalpino in zona.

Infine un'ultima considerazione. Lo scopo dell'evento cortinese è quello non di entrare nel merito di singole questioni, Susa o altro – sulle quali non ho difficoltà a dirle che di sicuro ci possono essere ragioni specifiche e tecniche di contrarietà a questa o a quell'altra opera, o meglio alla realizzazione in un modo piuttosto che in un altro di un'opera infrastrutturale – ma come dice il titolo, di capire perchè il nostro federalismo blocca ogni – sottolineo ogni – opera sulla base di veti locali.

Comprendo lo spirito di generalizzare la discussione e mi trova assolutamente daccordo.
Come le dicevo all'inizio, non capisco comunque il nesso tra federalismo ed i blocchi.

Do però una mia interpretazione sull'opposizione sistematica alle grandi infrastrutture: la gente che protesta e che paga le tasse, si arrabbia se vede 20-30 miliardi di euro finire in opere faraoniche (e magari nelle tasche dei politici che le sostengono) quando poi devono aspettare tre mesi per un esame salvavita in ospedale.
Altrettanto la gente si arrabbia se vede dei cantieri che si aprono, si chiudono, falliscono, imprese che scappano coi soldi, controllate dalla criminalità, a braccetto con la politica, etc.
Se queste sono le premesse, e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario, che fiducia possiamo avere sulle capacità dello stato e delle grandi imprese di portare a termine opere pluridecennali?

Ripeto: partiamo dai fondamentali: logistica (ooopssss ... l'Alitalia è da anni sull'orlo del fallimento), infrastrutture (oooooppssss .... stiamo vendendo la Telecom), industria avanzata (oooopppsss ... vogliamo parlare dell'ST a Catania? Vedo che lei scrive su "La Sicilia" e quindi è al corrente dei fatti).

Non sono a conoscenza di veti popolari/localistici su queste ultime tre questioni, eppure "non si fa" proprio niente per affrontarle in modo positivo per il sistema paese.
Perchè? Perchè queste questioni "devono" passare in secondo piano visto che dobbiamo investire 30 miliardi (che non abbiamo) nella TAV?
E questo proprio per rispondere alla sua osservazione su come si misura chi è maggioranza e chi minoranza: dato che nessuna opera di nessun genere si fa, e dato che questo comporta un danno sistemico al Paese, e dunque ai suoi cittadini, occorre misurare il consenso alle opere su scala nazionale, non locale. Questa è la mia tesi di fondo. Altri in altre circostanze diranno altre cose.
Ribadisco (ma posso sbagliarmi) che dal mio punto di vista, le minoranze sono gli interessi dei pochi, che possono lucrare sulle grandi opere a spese della collettività.

La popolazione, a livello nazionale (e quindi la maggioranza dei cittadini, silenziosa) credo sia contraria alle grandi opere per i motivi che ho descritto, o meglio, sarebbe favorevole a dirottare gli investimenti verso altre priorità.

Se è arrivato fin qui, la ringrazio veramente per l'attenzione,

Cordialmente,
Ezio Ostorero


Caro ing. Ostorero,

le replico anche io punto per punto, escludendo ovviamente quelli sui quali sono sostanzialmente d'accordo con lei o che non hanno bisogno di una risposta.

"Non vedo nessi tra il federalismo (o almeno il concetto di federalismo portato avanti da alcune correnti politiche) ed il "localismo esasperato".
Mi corregga se sbaglio, ma il federalismo, è una strategia politica orientata al decentramento politico e fiscale, nella quale i veti incrociati derivano dalla diversa appartenenza politica ai diversi livelli istituzionali, ad es. goversno di centro-sx contro regione di centro-dx, si tratta dunque di un problema prettamente politico.
Il localismo esasperato lo vedo invece come un movimento più o meno popolare avverso a decisioni di carattere locale ma di provenienze centrale. E' indipendente dalle correnti politiche o dal federalismo.
I "movimenti del NO", credo rientrino in quest'ultima categoria."

Purtroppo non è così. I veti incrociati non derivano soltanto da una contrapposizione politica, e prova ne è il fatto che molti permangono a prescindere dal cambio di governo. Così come l'universo No-Tav era generalmente considerato "di sinistra", così come era il governo della regione: e Mercedes Bresso è favorevole alla Tav. Non mi replichi, per favore, dicendo che la "provenienza centrale" delle decisioni è quella piemontese, mentre i valsusini sono i locali: sarebbe una specie di giochino a trovare l'ombelico del mondo...

"Quello che trovo a mancare a livello generale sul confronto SI-NO è che le due parti sono "sorde" alle argomentazione degli altri.
Ai convegni, manifestazioni e comitati "per il NO" partecipano esclusivamente persone orientate al NO, e viceversa.
E' una situazione senza uscita, dove i due schieramenti continuano a "parlarsi addosso", ripetendosi le stesse cose che vanno sempre più verso la demagogia e senza un minimo sforzo di comprensione o di ricerca della mediazione.
Senza un confronto informato e dai toni civili, questa situazione non è destinata a migliorare, e da quello che mi scrive, vedo che anche lei e gli organi che rappresenta tendono a mantenersi su questa linea improduttiva."

Non è esatto. In primo luogo, non rappresento alcun organo di stampa, non nel senso che intende lei. Le ripeto che io di mestiere faccio l'editorialista, e i giornali per i quali scrivo sanno benissimo come la penso. Se mi chiedono di dare un'opinione su un tema, sanno già cosa scriverò, ma non sono io a comandare. Riguardo l'assenza di dialogo tra i due schieramenti, non sarà che questo dipenderà anche, in alcuni casi, dalla violenza con la quale uno dei due cerca di dare visibilità alle proprie idee? La ricerca della mediazione, che lei auspica, andrebbe individuata tenendo presente che l'obiettivo primario è l'interesse collettivo - e con collettivo non intendo solo quello dei singoli abitanti dei luoghi, ma dell'intera popolazione, comprese le imprese - al quale quello individuale, come sempre in democrazia, deve piegarsi.

Condivido e accetto la provocazione. Ma con un distinguo, ribadisco l'inutilità degli appuntamenti di parte, che sono già anche troppi. La vera provocazione è "dar voce a tutte le idee".

Perchè qualcuno non si preoccupa di organizzare un VERO confronto?
Lei che è del mestiere, mi sa dire dov'è la difficoltà?

Forse la risposta che cerca da me se l'è già data. Un dialogo tra sordi è impossibile, non trova? Anche se, secondo me, c'è qualcuno più sordo degli altri.

La ringrazio moltissimo per l'invito, vivo e lavoro a Catania e recarsi a Cortina in tempo di vacanze estive è un incubo logistico ... sono un viaggiatore abituale per motivi di lavoro, ha presente come funzionano aeroporti e linee aeree in questi giorni?
Da settimane il ritardo medio di un volo CT-RM va da una alle due ore.
Mi permetta la facile ironia, maaaa ... se solo avessimo delle infrastrutture di livello occidentale! Prima di pensare a ponti e a supertunnel, impariamo a far viaggiare i treni e a consegnare i bagagli. Partiamo dai fondamentali: per iscriversi a Wimbledon, bisogna dimostrare di cavarsela almeno al torneo di tennis dell'oratorio.
La demagogia PRO-TAV dice che "senza TAV siamo fuori dall'Europa"?
Rispondo:

a) Per certe cose India e Cina sono più avanti di noi (un po' provocatoria
ma serve a sottolinerare il punto)

b) Paesi come Francia, Spagna, Germania, Scandinavia sono sì, evoluti
ma sono un'altra cosa, e non è perchè hanno la TAV

Non è esattamente così. La costruzione della Tav serve a raccordare il nostro Paese ai "corridoi" commerciali che si stanno sviluppando in tutta Europa. E l'Italia, se non presenta subito il piano economico-finanziario e il tracciato del progetto per la Tav, perderà non solo il finanziamento europeo per il Tunnel del Frejus e con lo stesso il Corridoio 5, ma anche e soprattutto la possibilità di continuare ad essere legata alla crescita continentale. Ma soprattutto: concordo, e anzi sostengo fortemente l'idea che India e Cina siano più avanti di noi. Senza provocazioni, ma in base ad alcuni ragionamenti che ho sviluppato nei miei editoriali (e che potrà leggere sul mio sito www.enricocisnetto.it), ritengo che anzi noi abbiamo una distanza da colmare rispetto a questi Paesi. Da colmare anche attraverso le infrastrutture. Il miglioramento di quelle esistenti e la costruzione di altre, dove queste sono necessarie.

La credibilità la si conquista anche rispettando ed ascoltando le idee degli altri.

A tal proposito, cito spesso le seguenti due massime:

Voltaire: "Posso anche pensarla diversamente da te, ma combatterò fino alla morte perchè tu possa esprimere le tue idee"

Che Guevara: "Tu la pensi diversamente da me, allora sei un idiota, un danno per la collettività e vai eliminato".

Secondo lei, chi dei due è più "credibile"?

La domanda ha una risposta ovvia. Così come è ovvio che io non sono mai andato a bloccare le porte di un convegno No Tav, però... ecco quindi che l'assunto di Voltaire è pienamente rispettato: chi vuole, può e deve manifestare la propria idea sull'argomento. La mia linea, sul tema, è però diversa e non posso che conseguirla.

Premetto che sono contrario alle manifestazioni di carattere violento e distruttivo, sono però dell'idea che chiunque possa manifestare pacificamente le sue opinioni e che chiunque (anche le minoranze) hanno diritto di protestare contro scelte che reputano ingiuste.

Mi trova quindi daccordo sul fatto che queste manifestazioni non devono in alcun modo creare danno alle comunità o ai servizi pubblici.

Esiste però un altro problema: come la mettiamo con quei pochi che grazie alle loro posizioni privilegiate si trovano nella possibilità, ed hanno i mezzi e la volontà di arrecare danni alla comunità per i loro interessi di parte? Come può una popolazione civile reagire a queste prevaricazioni?

Cambiando il governo alle prossime elezioni? Mi permetta di essere scettico su questa possibilità.
I movimenti del NO cercano di opporsi a questa consuetudine, si può criticare a volte il metodo, ma non le intenzioni.

In linea di massima, sono d'accordo. Però non mi sembra che questo c'entri con il discorso delle infrastrutture. O meglio: esiste, è vero ed è inutile negarlo, una summa di interessi privati oltre a quello pubblico, ma, come diceva Adam Smith, molto spesso è l'interesse privato che porta al benessere pubblico (il famoso esempio del salumiere).

"Sono simpatizzante con alcune componeti del partito del NO, infatti, come le scrissi nel mio precedente messaggio, ogni sottomovimento ha le sue motivazioni ed i suoi obiettivi; si possono quindi fare dei distinguo:

Sono favorevole ai NO-TAV, ai NO-PONTE, ai NO-BASE per una serie di motivazioni che sarei felicissimo di illustrarle, ma non voglio abusare della sua pazienza. In sintesi mi limito a dire che ad es. TAV e PONTE hanno costi spropositati e che non affrontano i veri problemi infrastrutturali ed industriali del paese.

Ideologicamente non sono un "verde", lavoro da vent'anni a livello internazionale nel settore produttivo e dell'alta tecnologia, e so di cosa sto parlando.

D'altra parte sono contrario a chi si oppone al riciclaggio dei rifiuti, alla termovalorizzazione ed alla rigassificazione: un po' perchè chredo che siano dei problemi macroscopici che vanno comunque indirizzati, un po' perchè non sono al corrente dei possibili intrallazzi che ci stanno dietro e quindi, a priori, sarei favorevole alle opere.

Non mi ha però risposto su come risponderebbero i comitati cortinesi di fronte ad una ipotetica proposta di costruire un megainceneritore o un tunnel transalpino in zona."

Rispetto le sue posizioni, pur non condividendole. Credo proprio che, se i cortinesi ricevessero la proposta di costruire un tunnel da queste parti, molti di loro reagirebbero negativamente. Così come sono certo che io sarei il primo, se valutassi positivamente l'opera, a battermi per la sua realizzazione.

"Comprendo lo spirito di generalizzare la discussione e mi trova assolutamente daccordo.
Come le dicevo all'inizio, non capisco comunque il nesso tra federalismo ed i blocchi.
Do però una mia interpretazione sull'opposizione sistematica alle grandi infrastrutture: la gente che protesta e che paga le tasse, si arrabbia se vede 20-30 miliardi di euro finire in opere faraoniche (e magari nelle tasche dei politici che le sostengono) quando poi devono aspettare tre mesi per un esame salvavita in ospedale.
Altrettanto la gente si arrabbia se vede dei cantieri che si aprono, si chiudono, falliscono, imprese che scappano coi soldi, controllate dalla criminalità, a braccetto con la politica, etc.
Se queste sono le premesse, e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario, che fiducia possiamo avere sulle capacità dello stato e delle grandi imprese di portare a termine opere pluridecennali?

Ripeto: partiamo dai fondamentali: logistica (ooopssss ... l'Alitalia è da anni sull'orlo del fallimento), infrastrutture (oooooppssss .... stiamo vendendo la Telecom), industria avanzata (oooopppsss ... vogliamo parlare dell'ST a Catania? Vedo che lei scrive su "La Sicilia" e quindi è al corrente dei fatti).

Non sono a conoscenza di veti popolari/localistici su queste ultime tre questioni, eppure "non si fa" proprio niente per affrontarle in modo positivo per il sistema paese.
Perchè? Perchè queste questioni "devono" passare in secondo piano visto che dobbiamo investire 30 miliardi (che non abbiamo) nella TAV?"

Mi permetta: ricominciare con la tiriteria della politica che si mette in tasca i soldi delle opere faraoniche, è qualunquismo. Così come è il tirar fuori l'esame salvavita prioritario rispetto alle infrastrutture. Perché una cosa dovrebbe escludere l'altra? Crede che chi è a favore delle infrastrutture sia contrario all'efficienza degli ospedali. Non scherziamo...

"Ribadisco (ma posso sbagliarmi) che dal mio punto di vista, le minoranze sono gli interessi dei pochi, che possono lucrare sulle grandi opere a spese della collettività.

La popolazione, a livello nazionale (e quindi la maggioranza dei cittadini, silenziosa) credo sia contraria alle grandi opere per i motivi che ho descritto, o meglio, sarebbe favorevole a dirottare gli investimenti verso altre priorità."

Ribadisco la mia idea contraria. Ma credo comunque che questo scambio di idee con lei sia stato costruttivo.

Cordialmente anch'io
Enrico Cisnetto

giovedì 26 luglio 2007
SERATA BATTIATO - Continua lo scambio di opinioni

Caro Enrico,
La ringrazio per l'invito, l'appuntamento è di quelli
"ghiotti", farò il possibile per non mancare.

A presto
Alessandro
giovedì 26 luglio 2007
SERATA BATTIATO - Continua lo scambio di opinioni

Caro Signor Cisnetto,
mi ha fatto molto piacere ricevere una Sua gentile risposta, segno di un'attenzione che sta a dimostrare che fa le cose con "passione" e partecipazione, e questo è ammirevole. Mi creda, se nelle mie parole c'è stata una critica all'organizzazione di Cortina InConTra, voleva essere solamente costruttiva; ora che Lei mi ha spiegato come lavorate,comprendo anche il perchè della serata. Certo non è la fama che rende Grande un uomo, ma ciò che l'uomo E' e ciò che è disposto a donare di se agli altri!
Concludo facendo una considerazione: il Signor Franco Battiato è ciò che è, e va bene così, non lo si può cambiare e non sarebbe giusto; come sempre l'errore sta nelle aspettative di chi ascolta, quando queste vengono "tradite" nasce la delusione e la rabbia. Certo, non bisognerebbe mai aver aspettative, accettando le cose come
accadono, ma è pur vero che è umano averle...

La saluto cordialmente augurandole Cieli Sereni.
Alessandro Dimai

Caro Alessandro,
grazie per la comprensione che ho letto nella sua risposta, e per quanto riguarda la costruttività della sua critica, mi è stata perfettamente chiara, altrimenti le avrei risposto in altro modo.
Vedo che mi augura Cieli Sereni, e di questo la ringrazio: vista la sua passione, mi permetto di segnalarle l’appuntamento del 10 agosto, notte di san Lorenzo, quando si potrà “guardar le stelle” attraverso gli occhi – e che occhi! - di Margherita Hack e dell’astronauta Umberto Guidoni. Non manchi.
Cordialità
Enrico
mercoledì 25 luglio 2007
SERATA BATTIATO - Per Barbara Paolazzi

Ciao Barbara,
sono Alessandro Dimai, scusa se scrivo a te, ma non saprei a chi manifestare il mio disappunto (e penso di interpretare bene quello di tutti gli oltre 500 presenti) per la
"ignobile" serata di ieri al PalaLexus con Franco Battiato.
Avevo stima per il cantante siciliano, sicuramente (almeno così appariva dalle sue canzoni) "fuori dalle righe", dai soliti schemi canori, che davano un'emozione particolare
quando le sentivi. Pensavo che dietro ci stesse una persona altrettanto "fuori dalle righe" e dagli schemi (in senso positivo) ed invece l'impressione da me avuta (ma credo che
il 99,99% delle persone presenti abbia avuto la stessa impressione) è di un personaggio totalmente insensibile e disinteressato delle aspettative degli altri, a volte
addirittura insofferente ed arrogante, come quando all'inizio ha "ripreso" i tecnici del suono per la faccenda dei microfoni.
Ieri tutti, dico tutti, erano li sia per vedere di persona Battiato ma ,soprattutto, si aspettavano che, in qualche modo, avrebbe interpretato almeno alcuni pezzi delle sue
famosissime canzoni. Insomma erano li per sentirlo cantare e non per sentire i suoi (e soprattutto quelli del suo amico "filosofo") vuoti sproloqui sul cinema e sui suoi film che
credo, a questo punto, nessuno avrà più intenzione di andare a vedere.
Come può pensare Battiato che tante persone vengano a vederlo senza aspettarsi che canti. Se Battiato è famoso lo deve "solo" alle sue canzoni, che a questo punto ho il
sospetto siano interamente arrangiate in studio e che lui non abbia la capacità di interpretarle dal vivo, come invece fanno tanti altri cantanti che lui, più o meno
velatamente, ha disprezzato, dimostrando una volta di più la sua superbia.
Lasciami dire, e spero che tu non ti offenda, che anche l'organizzazione di Cortina InConTra non ne è uscita bene, in quanto deve capire che non può invitare personaggi di
richiamo (come dei cantanti) senza imporre a questi di fare almeno finta di cantare qualcosa per far contento il pubblico, che ripeto, viene solamente per quello!
Che Battiato dica che quando lui fa le cose le vuole far bene, mi fa ridere, in quanto quello che ha fatto ieri l'ha fatto "molto" male!!
Le uniche note positive della serata sono state, come sempre, la tua introduzione, sempre molto professionale e piacevole e le vignette finali, che hanno in qualche modo
fatto tornare il sorriso ad un pubblico sempre più deluso e sconcertato per come si stava avviando la serata. Ti ringrazio se avrai avuto la pazienza di leggere questa
mail sino in fondo e ti prego di portare senza problemi, se vuoi, il mio disappunto agli organizzatori di Cortina InConTra e a Battiato stesso. Tornando a "note" più piacevoli, ti auguro tanta fortuna con Cortina InConTra, sicuramente una vetrina importante,
che saprà valorizzare le tue alte doti professionali.

A presto e Cieli Sereni
Alessandro Dimai

Gentile Signor Dimai,
io non so se il suo giudizio su Battiato e la serata di ieri corrisponda a quello formulato dalla totalità o quasi dei presenti - come lei afferma - ma certo non è sfuggito neanche a noi qualche parere non dissimile. E' un giudizio che non intendo commentare - sarei in imbarazzo nella mia veste di responsabile di "Cortina InConTra" - se non dicendole che i nostri incontri servono anche a far maturare dissensi, non solo consensi, e che le
differenze sono il sale della vita e della democrazia.
Su una cosa, però, intendo replicarle: quella frase "anche gli organizzatori non ne sono usciti bene". No, su questo dissento, e non per onore di bandiera. Veda, gentile signor Dimai, la formula di "Cortina InConTra" si basa su una doppia gratuità: niente biglietto d'ingresso per il pubblico, niente cachet per le personalità che salgono sul palco, artisti compresi. Questo, naturalmente, non significa che ciascuno può venire a fare ciò che
vuole, siamo noi organizzatori che concordiamo tema e taglio dell'evento. Nel caso dei cantanti, l'accordo è sempre lo stesso: ti vieni a raccontare, dici la tua sui temi concordati, ma sai che il pubblico è lì soprattutto per ascoltarti cantare. Noi non ti possiamo obbligare - i manager di costoro sono in agguato, appena sentono questo chiedono subito il cachet, e dunque sono i primi a sconsigliare i loro "protetti" di cantare - ma sappi che il pubblico ti apprezzerà se vorrai concederti. Finora tutti lo hanno fatto, e generosamente: da Peppino di Capri a Amedeo Minghi, da Baglioni (che per  cantare mandò a quel paese il suo staff) a Enrico Ruggeri, nessuno ha omesso di cantare, anzi alcuni poco hanno parlato e molto hanno cantato. Battiato ha deciso diversamente, e se n'è assunto la responsabilità. Può farcene una colpa, alla luce delle spiegazioni che le ho dato? Una però è sicura: chi non ha accontentato il nostro pubblico a "Cortina InConTra" non torna più.
Dunque, mi auguro di vederla ancora molte volte alle nostre manifestazioni, alle quali spero vorrà dare un voto generoso a prescindere da Battiato e per le quali mi arrogo il diritto di rivendicare un grande merito: riempiono, gratuitamente, con oltre cento appuntamenti, l'estate di Cortina.
 
La saluto con viva cordialità
Enrico Cisnetto
martedì 24 luglio 2007
“W LA MONTAGNA!

Conoscerla, amarla, rispettarla, difenderla”
Ci permettiamo di segnalare che un incontro che voglia parlare in modo veritiero del movimento No Tav in Val di Susa sarebbe pertinente in questa sede, e non nell’altra che le è stata un po' troppo qualunquisticamente riservata nel programma, seguendo l'eco che ogni giorno, fino alla nausea risuona dai media.
Spero non vi sfugga la leggera contraddizione che sussiste tra l’amore, il rispetto e la difesa della montagna, e quello che significherebbe la realizzazione del progetto TAV in Val di Susa (e non si tiri fuori, per favore, la storia dell' "ecologia del TAV", perché è già stato dimostrato dall'Università di Siena - ma i media sono un po' sordi ai documenti, preferiscono le opinioni - che l'energia che verrebbe spesa e l'inquinamento che verrebbe prodotto per la sua costruzione e la sua successiva manutenzione ne annullerebbe i benefici per un secolo, oltre a creare disastri irreparabili a livello idrogeologico, com'è già successo al Mugello).

Cordialmente.
Giorgio Perino e Maria Teresa Perotti – Bussoleno (TO)

Mi sembra che le risposte precedenti esauriscano la questione.


Enrico Cisnetto

martedì 24 luglio 2007
INDECISI A TUTTO - Federalismo e infrastrutture

G.mi organizzatori di "Cortina Incontra",
Leggo con interesse la presentazione del convegno "Indecisi a tutto" che si terrà il 30 luglio pv.
Innanzitutto una considerazione di carattere generale, la platea dei relatori è fatta da personaggi ed istituzioni abbastanza chiaramente orientati verso posizioni a favore della realizzazione delle grandi infrastrutture.
Non sarebbe più corretto che al tavolo ci possa essere anche qualche opinione dell'opposizione?
Qualcuno che possa argomentare con cognizione di causa i "perchè del no"?
La "par condicio" non deve valere solo per la campagna elettorale.
Temo che sull'argomento ci sia anche troppa disinformazione e quindi, dei chiarimenti non possono che essere costruttivi, per entrambe le parti.
Ovviamente ogni "opposizione", ogni movimento del "NO-qualcosa", ha radici e motivazioni diverse: NO-Dal Molin, NO-TAV, NO-Inceneritore sollevano delle opposizioni fondate su basi e storie differenti, ma hanno in comune, secondo la mia opinione, due cose importanti:

o) una critica anche accesa verso le imposizioni dall'alto i cui effetti più evidenti si riversano sulle comunità locali;

o) il rifiuto verso lo spreco incontrollato delle risorse pubbliche risorse intese sia come ambientali che economiche;

Direi che sono due argomenti da avere la dignità di essere presi in considarazione ed articolati dai rispettivi rappresentanti.
Passando poi alla presentazione del convegno vera e propria, mi incuriosiscono i seguenti punti, sui quali gradirei moltissimo una vostra opinione:

1) Perchè il "partito dei No" – No Tav, No coke, no "senza se e senza ma" – riesce
sempre a imporsi sulla "maggioranza silenziosa"?
Dipende cosa si intende per maggioranza silenziosa. In Val di Susa, il movimento NO-TAV rappresenta la quasi totalità della popolazione, non saranno molto silenziosi ma sicuramente sono la maggioranza. Hanno quindi il diritto di imporsi, visto che siamo in un regime democratico. Perchè la domanda allora?
Se invece per maggioranza silenziosa si intende il resto della popolazione nazionale, allora, non è detto che i "contrari" seppur silenziosi siano la minoranza, vanno comunque rispettati, e correttamente informati.

2) Sindrome da "Not in my backyard"

Quale sarebbe la posizione di "Cortina Incontra", Comune di Cortina, "Amici di Cortina, Cultura e Natura" qualora il governo e varie associazioni di industriali decidessero di insediare nel territorio comunale e dei paesi limitrofi, che so, un inceneritore di rifiuti, o la base di un tunnel di 52 km?

Immagino qualcosa di molto simile al "NIMBY".

3) Nel dibattito opinioni diverse, ma tutte di gente "costruttiva".
Dai politici per il Sì, magari con qualche se e qualche ma, agli operatori del settore,
Ribadisco la mia considerazione iniziale sullo sbilanciamento verso il "si".
Chi lo dice che il "partito del NO" non sia di fatto portatore di unapproccio costruttivo?
Su che basi (pregiudiziali?) il NO è "a priori non costruttivo"?

4)Costi grandi, ma non dissimili da quelli del "non fare", che se si continua così nel
2020 ammonteranno a 200 miliardi di euro.

In Italia non servono le grandi opere, il "non fare" si concentra sulle opere di ordinaria amministrazione che "non fanno", non funzionano: ferrovie, linee aeree, ospedali, istruzione, ricerca scentifica. Il "non fare" in queste aree porta sicuramente a danni superiori ai 200 miliardi di Euro anche se non quantificabili.
I politici ed imprenditori che parteciperanno al convegno come la pensano su questo punto?
Serve di più al futuro economico e sociale italiano un unico megatunnel transalpino o una efficiente e capilare, puntuale e sicura rete ferroviaria?
Quali sono le priorità? I benifici dei pochi? O la collettività?
Ringrazio per l'attenzione a questa mia,

Distinti saluti,
Ezio Ostorero

Gentile Signor Ostorero,
la cortesia dei toni della sua lettera mi induce a risponderle, nonostante alle sue argomentazioni abbia già sostanzialmente risposto quando a scrivermi – la prima volta civilmente, la seconda puerilmente – è stato l’ingegner Andrea Bucci. Torno a ripetere:
“Cortina InConTra” è una manifestazione privata, realizzata senza che ci sia un solo euro pubblico speso. Cortina ci ospita fisicamente, ma né il Comune né la Regione Veneto – che pure ci danno il loro patrocinio – mettono minimamente il becco nel programma, né sui temi né sugli ospiti. Questo fatto assicura alla manifestazione il massimo della libertà e la esenta, per fortuna, dalla necessità – ammesso e non concesso che sia giusto doverla realizzare altrove – della “par condicio”. Lei obbietta: ma così la serata dedicata al tema delle infrastrutture è sbilanciata. Sì, è vero, e nessuno fa niente per nasconderlo. Io organizzo questi eventi, sulla base della mia credibilità personale – e delle persone che lavorano con me - gli sponsor danno le risorse necessarie, e siccome di mestiere faccio l’editorialista (in soldoni: sono pagato per dire come la penso sui grandi fatti economici e politici), e siccome io su questa questione dell’intreccio tra la struttura federalista del nostro impianto istituzionale (che io chiamo localismo esasperato), che produce solo diritti di veto, e mancata realizzazione di infrastrutture (tutte, da quelle energetiche a quelle relative al movimento, fino a quelle immateriali) c’è un nesso inscindibile, se permette desiderio che nella mia manifestazione si parla secondo il mio orientamento del tema. Lei non è d’accordo con il mio orientamento? Liberissimo, ma non può pretendere che io debba dare voce a lei o a chi la pensa come lei. Dunque, se lei è a Cortina quel giorno può fare due cose: venire al PalaLexus e, al momento dello spazio per il pubblico, chiedere la parola – che le sarà data senza chiederle prima cosa intenda dire – oppure starsene a casa, magari se proprio vuole convincendo con le sue argomentazioni qualche altra persona a fare come lei. Le sembra poco? Non le rimane, magari insieme all’ingegner Bucci, che organizzare voi degli appuntamenti, politicamente e culturalmente sotto diverso segno. Capisco che sia una provocazione, ma mi lasci dire che anche la sua lo è quando pretende che io debba per forza dar voce a tutte le idee. Ma perchè? Mi dia una sola motivazione perchè uno che la pensa in un modo non debba, se ne ha la credibilità – e mi dispiace per chi dissente da me, ma evidentemente io questa cosa che si chiama credibilità ce l’ho – dar voce alle sue tesi. Io questa opportunità me la sono sudata, caro signore, in anni di lavoro e di impegno politico e civile, mica me la regala qualcuno per la mia bella faccia.
E poi, sia obiettivo: ogni volta che un gruppetto, anche di poche persone, manifesta in qualche modo – a volte anche violento, a volte senza rispettare i diritti altrui, per esempio quando si blocca una strada o, peggio, una linea ferroviaria fondamentale – pagine di giornale e servizi tv si sprecano. Eppure quelle sono posizioni assunte da decine, al massimo da centinaia di persone. E le altre? Chi le ascolta le altre? Quando ci sono le manifestazioni No qualcosa, quei signori vanno forse a cercare il contraddittorio? Alle manifestazioni No Tav o ai sit-in campani contro i termovalorizzatori (che procurano a tutti l’indicibile danno della spazzatura per le strade e/o il costo pazzesco del trasporto della monnezza in Germania) c’è forse qualcuno che può prendere la parola per dirsi contrario? Suvvia, lei avrà certamente ragioni ragionevoli e tecniche per iscriversi al partito del No (lo si capisce dal contenuto della sua gentile mail), ma non può disconoscere che finora questo movimento ha assunto caratteristiche di tutt’altra natura.
Infine un’ultima considerazione. Lo scopo dell’evento cortinese è quello non di entrare nel merito di singole questioni, Susa o altro – sulle quali non ho difficoltà a dirle che di sicuro ci possono essere ragioni specifiche e tecniche di contrarietà a questa o a quell’altra opera, o meglio alla realizzazione in un modo piuttosto che in un altro di un’opera infrastrutturale – ma come dice il titolo, di capire perchè il nostro federalismo blocca ogni – sottolineo ogni – opera sulla base di veti locali. E questo proprio per rispondere alla sua osservazione su come si misura chi è maggioranza e chi minoranza: dato che nessuna opera di nessun genere si fa, e dato che questo comporta un danno sistemico al Paese, e dunque ai suoi cittadini, occorre misurare il consenso alle opere su scala nazionale, non locale. Questa è la mia tesi di fondo. Altri in altre circostanze diranno altre cose.

Con questo la saluto cordialmente
Enrico Cisnetto

martedì 24 luglio 2007

TAV - REPLICA E CONTRO REPLICA

Egregio signor Cisnetto,
ho letto e riletto attentamente la sua mail. Non mi convince.
Lei mi ha parlato di PAR CONDITIO.... sciami di dubbi, perplessità, voglia di comprendere affliggono la mia mente. A complicare il tutto ci si mettono anche i signori Castiglioni e Mariotti, che con buona dose di birichinismo Le danno un concreto dispiacere.
Pare proprio che Conditio in latino significhi conservazione e preparazione di cibi oppure creazione. Facile arrivarci anche per uno che non ha mai studiato latino come il sottoscritto, basta ricordarsi che in Germania il cibo si compra nelle Konditorei. Voleva forse dire Condicio?
Da buon ignorante di lingua latina quale io sono, e non lo nascondo minimamente, quando ricorro a citazioni o termini latini faccio sempre molta attenzione. Non tutti usano la stessa cautela.
In ogni caso La ringrazio perché mi convinco sempre più che da ogni persona con la quale vengo in contatto imparo da chi cosa fare e da chi cosa non fare.
Herra se on herrallakin (Fin)

Cordiali saluti
Andrea Bucci


Ha ragione. Io, per esempio, ho imparato che è inutile discutere con chi ti dice che le tue argomentazioni non lo convincono e poi esaurisce il tutto in un banale errore di battitura sui tasti del computer. Perdita di tempo. Addio

Enrico Cisnetto


sabato 21 luglio 2007
TAV SI-TAV NO

Gent.ma Sig.ra Cisnetto, Sig. Gennaio,
vi scrivo in merito all'incontro che si terrà a Cortina in data 30 Luglio (riguardante il popolo dei No Tav) per far presente che a giudicare dai nomi che parteciperanno all'evento, ho la netta impressione che in quella sede ci saranno solamente le opinioni di una parte. Non vedo nomi appartenenti al popolo dei no, non vedo personaggi che possano dire di avere una conoscenza specifica di un territorio come quello dalla Val Susa.
Il rischio è che questo incontro possa trasformarsi in un processo in contumacia nel quale le ragioni di coloro che si oppongono alla Tav in Val Susa non vengano neppure prese in considerazione a causa della totale assenza dei protagonisti, di chi ha veramente voce in capitolo per la conoscenza approfondita del territorio che ha.
Nella stessa descrizione dell'incotro si parla di "maggioranza silenziosa", sinceramente in Val Susa la maggioranza non è per nulla silenziosa, anzi il popolo dei NoTav è compatto contro questa opera e rappresenta una parte predominante della popolazione valsusina.
Sebbene ci siano persone, attivisti del movimento No tav, molto più qualificate di me per partecipare a un dibattito di questo tipo e per spiegare le ragioni del movimento, sono comunque disponibile a partecipare, visto che in quel periodo sarò in Val Zoldana.

Ing. Andrea Bucci
Egregio Ingegnere,

mi fa piacere che lei sia particolarmente attento alle manifestazioni che organizzo a Cortina, e sarò lieto di averla fra noi quando vorrà. Ma non le sarà sfuggito che “Cortina InConTra” è una manifestazione privata, nel senso che un imprenditore culturale come il sottoscritto se ne accolla oneri (sicuri) e onori (speriamo) e la realizza totalmente grazie a sponsor, senza che ci sia un solo euro pubblico speso. Questo fatto assicura alla manifestazione il massimo della libertà e la esenta, per fortuna, dalla necessità – ammesso e non concesso che sia giusto doverla realizzare altrove – della “par conditio”. Se a questo aggiunge che l’iniziativa è realizzata e “firmata” dal sottoscritto, che di mestiere fa l’editorialista (cioè è pagato per dire come la pensa sui grandi fatti economici e politici), se ne deduce che non c’è ragione al mondo per cui sul tema delle infrastrutture, come su qualunque altro, io “debba” per forza sentire “tutte le voci”. Nello specifico, il mio pensiero è che una minoranza vociante abbia imposto in questi anni ad una maggioranza politicamente mal rappresentata “non scelte” di cui l’intero Paese paga caro il prezzo. Non è d’accordo? Mi dispiace, ma nessuno la obbliga ad essere presente a quel dibattito se non le piace la composizione del panel. Faccia simbolicamente zapping, giri dall’altra parte.
Con viva cordialità
 
Enrico Cisnetto