LIBRI
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Il caso Ariel Toaff
Franco Cardini
Il caso Ariel Toaff
Medusa

Il libro di Ariel Toaff, Pasque di sangue (Il Mulino), dedicato all’accusa d’infanticidio rituale per molti secoli rivolta contro gli ebrei, il celebre blood libel, e stato ritirato dalla circolazione per volonta del suo autore, docente nell’Universita israeliana di Bar-Ilan, nel febbraio scorso, un paio di settimane dopo la suapubblicazione. Il caso d’un libro cosi rapidamente rinnegato da chi ha impiegato anni per scriverlo e piu unico che raro, e si fa fatica a spiegarlo con una forma di resipiscenza che avrebbe alle sue basi un maturato convincimento scientifico.
Certo, l’assunto di Toaff era sconvolgente: a suo dire, la rilettura di alcuni documenti processuali accompagnata dallo studio relativo alla cultura degli ambienti ebrei askhenaziti porterebbe alla conclusione (tirata sul piano dell’applicazione del “paradigma indiziario”, e quindi del tutto ipotetica in mancanza di vere prove) che qualche isolato caso d’infanticidio rituale potrebb’essersi davvero verificato. Frutto evidente di follia, di rancore degenerato in crimine come reazione malsana e infame ai soprusi subiti dagli ebrei e cosi via. Insomma, pochi casi marginali, che certo non compromettono comunque le comunita ebraiche nel loro complesso: ma eventi effettivi comunque, che in qualche modo ci aiuterebbero meglio a capire come l’ “accusa del sangue” fosse riuscita a mettere radici profonde nel pregiudizio circolante fra i cristiani. Toaff propone e ipotizza, raccoglie elementi indiziari e li discute con grande erudizione, anche se nel suo assunto sono stati da alcuni recensori rilevati errori e lacune. Non riesce a fornireprove definitive di quanto sembra incline a ritenere come davvero accaduto, sia pur appunto in pochi e marginali casi. Ma, con tutti questi limiti, il suo libro e parso provocatorio ed esplosivo.
La mala giustizia
Davide Giacalone
La mala giustizia
Libero per Free Fondation

Italiani sono sempre gli altri
Francesco Cossiga, Pasquale Chessa
Italiani sono sempre gli altri
Mondadori

Parlar male degli italiani è diventato una caratteristica dell'Italia moderna e contemporanea. Ma il nostro è davvero un paese tutto sbagliato? Per capire come sono fatti gli italiani di oggi bisogna ristudiarne la storia moderna nei suoi passaggi cruciali. A cominciare da Cavour, la cui politica del "connubio" suggerisce suggestioni per una rilettura del "compromesso storico", e della vicenda di Porta Pia. E ancora l'8 settembre e la guerra civile, lo scontro fratricida tra Craxi e Berlinguer, la battaglia giudiziaria di Andreotti e la "discesa in campo" di Berlusconi. Il punto di vista di Cossiga è quello del contemporaneo che riscopre nel passato i tratti del presente.
Un'altra Italia: ovvero come risolvere la questione centrale
Antonio Gesualdi
Un'altra Italia: ovvero come risolvere la questione centrale
Mazzanti Editori

"Gesualdi segue il suo percorso, la sua strada, in modo assolutamente imprudente. A partire dalla scelta interpretativa, di aggredire il caso italiano dal versante del territorio e della famiglia. Dichiarando, senza troppi giri di parole, che la società e la politica sono prodotto del territorio. E non viceversa. Poi, la coerente determinazione di leggere tutto ciò che avviene, in funzione del tipo di famiglia."
Così il politologo Ilvo Diamanti legge "Un'altra Italia". Il libro revisiona con la chiave dell'antropologia politica e di indagine giornalistica la storia d'Italia attraverso le tipologie famigliari, le mentalità, le violenze, le ideologie e le economie e mesoeconomie.
Un risultato dell'indagine è l'evidenza di una "questione centrale" che si impone soprattutto nella politica per il rapporto tra la visione della vita degli italiani del Centro Italia rispetto a quella degli altri concittadini. "Quell’area - scrive Diamanti - identificata, fino ad oggi, solo in controluce. Zona di passaggio, che si incontra, scivolando dal Nord verso il Sud. O viceversa. Gesualdi ne mostra e ne sottolinea le specificità. A partire dal modello di famiglia, per proseguire con il retroterra economico e con il rapporto con la politica. Al punto da fargli sostenere, a conclusione del testo, prima di calare il “sipario” sulla sua complessa e appassionata analisi, che “la vera questione italiana è la questione centrale”. Luogo di lotte e conflitti storici. Ma, al tempo stesso, seguendo l’elaborazione di Todd, “l’area dove si incontra il blocco di valori egualitari più omogeneo d’Europa”. L’Italia vista dal mezzo, non solo e non tanto da Roma. Ma dalle regioni che la circondano. E’, al di tutto, uno sguardo singolare. Interessante. Per pensare il passato, ma anche il futuro.
"Questo percorso spericolato - scrive Diamanti nella postfazione
- fa scoprire prospettive inesplorate, produce contaminazioni che noi (io certamente) non avremo il coraggio di tentare. Immaginare. E che, probabilmente, non sperimenteremo mai. Ma per questo è utile, che qualcuno le affronti. Ci provi. Per questo, al di là delle argomentazioni che il testo persegue, il suo interesse, la sua utilità stanno, dal mio punto di vista, nei dettagli, nei rovesciamenti di prospettiva che propone... basta guardare le decine di carte che ci propone questo libro per farsi venire dei seri dubbi. Per immaginare che le cose siano, comunque, meno lineari di quanto non appaia. Che le persistenze, il lungo periodo, contano ancora. Che le scelte politiche e culturali che oggi caratterizzano il paese hanno, in alcune zone, radici profonde. Pre-esistono a Berlusconi. Continueranno anche dopo."
Il giornalista Enrico Cisnetto, che ha curato la prefazione, ha scritto:
"uno dei miti nazionali che si è andato delineando in questi ultimi anni è quello della profonda frattura tra la maggioranza degli italiani, portatori di vizi e malcostume, e "un'altra Italia", una minoranza alta, detentrice di virtù. Un'Italia spaccata, non solo da tradizioni e costumi, ma da quel quotidiano che è lo stesso modo di vivere. L'altra Italia di Gesualdi, invece, mette a fuoco le contraddizioni politiche, le spaccature ideologiche che a questo mito hanno portato. Il processo viene invertito. Le conseguenze si trasformano in cause scatenanti, e viceversa. La politica diviene una "questione pura", trattata come sistema a sé... Siamo così perché un blocco di regioni, al centro del Paese, esprime valori e sistemi familiari che sarebbero poco riconosciuti o inconciliabili con quelli del resto d'Italia. Nasce quindi la "questione centrale" – che si esplica nella particolarità della politica italiana – della quale non si è mai dibattuto, se non in termini puramente ideologici. Mentre la questione meridionale e quella settentrionale, legate a specchio, emergono soprattutto in ambito economico permettendo di scoprire che le nostre difficoltà sono inscindibili da una classe politica adeguata, la questione centrale si pone come problematica squisitamente di mentalità, di costume e politica. E a questi livelli andrebbe anzitutto gestita."
E' il primo volume della collana "Studi Strategici" curata in collaborazione con Koinè Studi e Ricerche.

Cocaina a colazione
Marina Ripa di Meana
Cocaina a colazione
Maretti Editore

S’illuminano gli occhi di Marina Ripa di Meana che con la memoria torna a quegli anni, i Sessanta, quando il nuovo mondo si scontrava con il vecchio e lo picconava per farlo crollare, «quando tutto era contestazione e si voleva liberalizzare ogni cosa, il sesso, le droghe, l’amore». E lei, venticinquenne con già un matrimonio alle spalle e una bimba da proteggere, si lasciava travolgere e (quasi) distruggere dalla passione per Franco Angeli, artista maledetto che con Mario Schifano e Tano Festa rappresentava la Scuola dei pittori di Piazza del Popolo a Roma. Per lui arrivò a prostituirsi. “Per amore si arriva anche a toccare il fondo e io l’ho toccato. Avevo il mio atelier in Piazza di Spagna, ma ci servivano sempre soldi, tanti soldi, per pagare la sua eroina”, ha raccontato, parlando della sua relazione con Franco Angeli, morto di Aids nel 1988. “Un personaggio oggi molto noto contatta una delle modelle del mio atelier e mi fa sapere che è disposto a pagare molti soldi pur di fare l’amore con me. Gli sparai per gioco una cifra davvero molto alta, e lui accettò”.
Oggi , testimonial di tante campagne, tra cui quella animalista anti-pellicce, lancia un nuovo messaggio, ma stavolta parla ai giovani per metterli in guardia dalla droga, «di qualsiasi tipo, sono contraria anche agli spinelli». Si comincia, dice, «per gioco e poi non se ne esce più, non c’è persona che si salvi, io sono testimone di quanto la droga possa distruggere e portare in basso: per divertirvi fate altre cose». E ripensa ai tre artisti maledetti, «hanno vissuto una vita spericolata, l’hanno bruciata con la droga e sono morti giovanissimi. Oggi sarebbero dei grandi intellettuali».

La politica economica italiana
Salvatore Rossi
La politica economica italiana
Laterza

Amarsi sempre! Sposarsi?
Tiberio Timperi, M. Pia Sabatini
Amarsi sempre! Sposarsi?
Curcio

Che faccio, mi rifaccio?
Marco Gasparotti
Che faccio, mi rifaccio?
Sperling & Kupfer

Per la prima volta un chirurgo estetico di fama mondiale confessa l'inconfessabile e affonda il bisturi nell'anima, nei comportamenti e nelle insicurezze di uomini e donne, vip e comuni mortali, che consegnano fiduciosi nelle sue mani un sogno di bellezza e felicità. Che cosa gli chiedono, quali sono le loro aspettative, i loro modelli, che cosa lui si rifiuta di fare... L'autore ripercorre gli anni della sua carriera in un racconto sorprendente e senza veli che scopre segreti, vizi e paure di attori, attrici, politici, esponenti del mondo dello spettacolo, ma anche di persone "normali", casalinghe, manager, giornaliste. Nelle interviste e testimonianze raccolte da Agnese Ferrara, personaggi come Giuliana De Sio, Maria De Filippi, Giuliano Gemma, Stefania Prestigiacomo si mettono a nudo e parlano di chirurgia estetica e bellezza insinuando, anche nel lettore più immune da "fantasie di ritocco", la stuzzicante domanda: Che faccio, mi rifaccio? Non mancano i suggerimenti dell'esperto per sconfiggere difetti come cellulite e chili superflui e le regole d'oro per scegliere un buon chirurgo estetico evitando incidenti di percorso.
Rio
Leonardo Colombati
Rio
Rizzoli

Rio è un afterhour per nudisti a Londra. Un posto dove si va per rilassarsi, per un drink e quattro chiacchiere. E magari, come nel caso del protagonista di questo romanzo - un giovane italiano avviato a una brillante carriera nella City - proprio lì capita di incontrare uno dei grandi scrittori del Novecento, Filippo Runeberg, un tempo ricco e potente, citato in tutte le antologie, assiduo frequentatore di salotti che subito schizzavano in cima alla classifica della mondanità proprio grazie alla sua presenza. Un personaggio carismatico - benché ormai decaduto - tanto da spingere il ragazzo a fare il suo primo inconsapevole passo verso la distruzione: fingersi scrittore pur non avendo mai scritto un rigo, solo per entrare nelle grazie del Maestro. Londra mai così nitida e pulsante, non sta solo sullo sfondo ma diventa comprimaria dei personaggi che abitano il romanzo e che tra le sue pieghe amano, mentono, tradiscono, fanno carriera, perdono tutto, corrompono e sognano con purezza inaudita. Ci sono un padre sessuomane perseguitato dai cura-tori fallimentari, un amministratore delegato alle prese con una convention motivazionale da fare impallidire Steve Jobs, una signora che appare e scompare misteriosamente nei luoghi più disparati una vasca idromassaggio, un funerale, una villa in campagna che sembra il Castello di Blandings, una parata per naturisti in Oxford Street. E poi l'ultimo rampollo dei Kennedy in visita semidiplomatica a Roma...
Contro le tasse
Oscar Giannino
Contro le tasse
Mondadori

Il giornalista economico Oscar Giannino si inserisce nell'antico dibattito "contro le tasse", e tenta di dare alcune risposte attraverso una panoramica che parte dalle origini storiche della querelle e giunge fino a oggi. Nel mondo globalizzato di oggi è la concorrenza tra i diversi ordinamenti giuridico-fiscali che costringe i governi a studiare sempre nuove misure di intervento. In Italia si è provato a fare di tutto pur di arginare l'esplosione della pressione fiscale: Giannino analizza quindi l'esperienza degli ultimi quindici anni, durante l'alternanza di governi di centrodestra e centrosinistra, e dimostra che, senza un limite costituzionale al prelievo fiscale, il rischio di veder sorgere una mobilitazione civile permanente contro lo stato si fa sempre più probabile.
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